Thursday, October 11, 2012

Vortighern: studio del personaggio/character design

Eccoci qui!
Cominciamo a presentarvi il protagonista della saga di Ivory & Blood: Vortighern.

Here we are! 
We begin to introduce you the hero of  the Ivory & Blood saga: Vortighern.


La parte più complessa per me sono state le spade!
Fatte di ossa di drago, abbastanza corte per essere utilizzate in coppia e nelle svariate peripezie del protagonista (per esempio, fronteggiare nerboruti guerrieri delle terre selvagge o immense creature striscianti coperte di melma nauseabonda!). Inoltre hanno anche una parte di lama seghettata e devono ispirarsi a una cultura "nordica". Per questo motivo mi sono ispirato, per il dettaglio delle impugnature, alle spade germaniche e scandinave (con l'aggiunta di due denti di drago sul pomo).
  
The hardest part to draw were the swords!
Made of dragon bones, short enough to be used in pairs and in the various adventures of the hero (es, fighting against the hardest warriors of the Wild Lands or with immense crawling creatures covered by slime!). They also have a "chainsaw" blade part  and should take inspiration by the "Nordic"culture. For this reason, I take inspiration, for details of the handles, by Germanic and Scandinavian swords (with the addition of two dragon's teeth on the pommel).




Questo, invece, è uno studio del volto e delle espressioni del protagonista. Io e Alfonso abbiamo deciso di dargli un'aria "dark", poiché si tratta di un personaggio tormentato da una maledizione. Quindi, se in un primo momento l'avevo vestito con una tunica bianca, abbiamo poi optato per il nero.

This is a study of the face and of the expressions of the protagonist. Alfonso and I have decided to give it a "dark" look because it is a character haunted by a curse. So, at first I had dressed in a white tunic, but then we both decided for black.


Un bel primo piano.
Occhi rossi e fuoco sullo sfondo: la maledizione di Vortighern ci riserverà parecchie sorprese.

Red eyes and fire in the background: The Curse of Vortighern will give us a lot of surprises.
                                   

Cominciamo a studiare i vestiti e l'armatura di Vortighern. Anche in questo caso ho cercato di aggiungere degli elementi "draconici" come scaglie, denti e artigli.

 Lets begin to study the clothing and armor of Vortighern. In this case I tried to add "dragon" elements  as scales, teeth and claws.



In un primo momento ho voluto fargli indossare placche d'osso e un'armatura di maglia. Sotto consiglio di Alfonso, ho poi alleggerito l'armamentario di Vortighern sino alla versione finalmente completa, qua sotto.

At first I wanted to make him wear bone plates and a chainmail. Under the suggestions of Alfonso, I  lightened the armor of Vortighern, as you can see below.



Cliccateci sopra per vederla nel dettaglio. 

Click for more details.

Speriamo vi piaccia! Presto vi aggiorneremo con altre novità. ;-)
Continuate a seguirci, mi raccomando. E commentate! I pareri dei lettori contano sempre moltissimo!

Mattia Zoanni

We hope you like it! Soon we will update with more news. ;-)
Stay tuned. And comment! The opinions of the readers are always important!

Mattia Zoanni

Thursday, October 4, 2012

UN CUORE PER ABISSO - Seconda parte

By Mattia Zoanni

Nel capitolo precedente... 

Il fabbro Brogan convince con l'esasperazione Dumnhall, capo dei mercenari Bluadawulf, e il giovane Bleda ad accompagnarlo alla fiera di armi più popolare della tundra, nella città di Visegrad, ma al momento degli acquisti un ometto goffo e tracagnotto finisce addosso a Dumnhall durante la fuga da "giganti rossi e barbuti". Si accusano a vicenda di furti, inganni, misteriosi intrighi e complotti, ma l'acciaio delle spade sembra molto più incline a dare ragione ai due aggressori. 
Dumnhall, Brogan e Bleda salveranno la vita al piagnucolante fuggitivo, ma ancora non sanno che questo sconvolgerà la loro giornata ideale di affari, belle donne e piaceri con un'assurda, inimmaginabile proposta.     

II

“Il cuore di un potente guerriero, hai detto?”
L'ometto goffo azzardò un cenno del capo, ma i Bluadawulf scoppiarono a ridere. La donna sulle ginocchia di Dumnhall dovette reggersi al tavolo per non cadere, e per sicurezza lui non esitò ad afferrarle il culo sodo e ben fatto.
“Vacci piano!” lo rimproverò. “Non lo hai ancora pagato.”
Dumnhall le mordicchiò un orecchio. “Scommetto che non vedi l'ora...”
Brogan alzò gli occhi al soffitto annerito del bordello in cerca di un intervento divino che lo togliesse da quell'impiccio. “E dove te lo saresti procurato il cuore?” tornò a interrogare il fuggitivo.
“Ve l'ho detto: sono un mercante di reliquie. Ho una bottega nel quartie...”
“Sì, e io sono l'amante delle valchirie” sbottò il fabbro.
“Vedi, Soterides” proseguì Dumnhall, “non è che non ti crediamo, ma...”
“È tutto vero! Altrimenti perché mi avrebbero inseguito?”
Dumnhall strappò un calice di birra a un ragazzino di passaggio e mandò giù un lungo sorso, poi tornò a concentrarsi sul mercante. “Davvero, se intendevi ingannarci diccelo. Li hai assoldati tu quei guerrieri? Non ce la prenderemo. Brogan è riuscito a comprare tutto il necessario per la fucina a un ottimo prezzo, mentre io... be' sono qua! E sono certo che mi offrirai un giro su questa puledrina per aver condiviso la tua compagnia.”
“Ma io...” si lamentò con aria abbattuta Soterides.
“Su con la vita!” lo consolò Dumnhall. “Ci hai provato. Non tutti gli affari possono andare in porto.”
“Io gli credo.”
Dumnhall e Brogan si voltarono. Il capo dei Bluadawulf proruppe in una risata. “Per gli dèi, ragazzo. Addirittura tre parole. E tutte insieme!”
Bleda gli lanciò un'espressione di sfida, le iridi scintillanti come ghiaccio trafitto dal sole. Poi indirizzò lo sguardo verso un punto fisso, lontano dalle scritte oscene e dalle figure sconce dipinte sulle pareti. Donne svestite passeggiavano con aria seducente tra i tavoli e i tendaggi scarlatti, sfiorando con dita delicate le schiene degli avventori. A un passo dal tavolo, due donne danzavano a carponi su una pelliccia d'orso. A un attento osservatore come Dumnhall non sarebbero sfuggiti gli umidi riccioli biondi tra le pieghe delle vesti. Al piano di sopra qualcuno gemeva.
Brogan batté le mani sul tavolo, riportando il capo dei Bluadawulf e tutti gli altri al discorso. “I ratti ti hanno rosicchiato il cervello, cucciolo di lupo?” punzecchiò Bleda. Puntò l'indice verso il mercante e le sue parole si susseguirono svelte, accompagnate da smorfie e sospiri. “Forse non hai sentito bene la storia: Soterides, qui, vende a un vecchio decrepito per un mucchio di soldi il cuore di un potente guerriero. Poi però si insospettisce, segue il nonnetto e si intrufola nella sua casa mentre sonnecchia. Vuole vedere che fine ha fatto il cuore, ovviamente, ma viene attratto da un libro pieno di pietre preziose. Lo sfiora e... toh! Il libro che fa? Si solleva a mezz'aria! Quante altre idiozie vogliamo stare qui a sentirci raccontare?”
L'ometto goffo diventò rosso in viso. “Idiozie?!” protestò, affannandosi nel recuperare qualcosa da sotto la tunica. “E questo?” Le dita tozze incorniciarono un rubino scintillante al bagliore dorato delle fiaccole. "Era incastonato nel libro!"
Dumnhall sbarrò gli occhi. “Per Brastias!” Ruotò la testa un paio di volte, alla ricerca di lame avide di gioielli e magari di qualche gola. “Mettilo via!”
“Potrebbe esserselo procurato ovunque” borbottò Brogan.
“Oppure no” rimuginò Dumnhall. Volle dargli una possibilità. “Cercavano quello allora?”
Soterides avvicinò lo sgabello al tavolo con fare cospiratore. “Tanto non mi crederete, ma..." Fece una pausa, incerto su come proseguire. "Insomma, sono riuscito a leggere una pagina del libro prima che il vecchio mi scoprisse. Vuole usare il cuore del guerriero per risvegliare un... demone.” Il respiro del mercante diventò più affannato. Afferrò il braccio di Dumnhall. “E intende farlo stanotte!”
Le dita del Bluadawulf si strinsero attorno al calice, mentre le labbra si arcuavano sotto i baffi. “Negromanti” scandì. “Sono poche le cose che desidero dalla vita: donne, birra, soldi, la fama del mio clan e una buona spada. Ma farmi scagliare un fulmine nel culo da un mago e fuggire da cadaveri di vecchie attizzate non rientra nelle mie prospettive, no.”
“Ma stiamo parlando di un demone!” lo implorò di nuovo il mercante. “Potrebbe distruggere Visegrad se non impediamo il rituale. E sarebbe tutta colpa mia. Ti prego, ti prego, ti prego!”
Dumnhall sollevò la ragazza e la prese a braccetto, diretto alle scale. “Faccenda bizzarra. Ma abbiamo tempo. Paga per la compagnia di questa bella signorina, bevi con Brogan alla mia salute e riprendi fiato, insomma. Prima del tramonto scenderò per darti una risposta.”
“Devo aspe... aspettare qui?” balbettò Soterides.
Dumnhall sogghignò, le dita di nuovo sul fondoschiena dell'amante. “Conosci un posto migliore?”
Brogan gli corse dietro. “Non gli crederai sul serio?” si lamentò quando furono abbastanza lontani. “Quell'uomo ha la coscienza sporca come il giaciglio di un bordello.”
La prostituta gli rivolse un'occhiata infastidita.
“Beh?” replicò burbero lui.
“Non preoccuparti” tagliò corto Dumnhall. “Divertiamoci un po' con il suo oro per ora. Fallo ubriacare per bene e tieniti pronto. Prima che se ne accorga, saremo già tornati a casa.”

Continua... 

Thursday, September 27, 2012

UN CUORE PER ABISSO - Prima parte

By Mattia Zoanni

I

“Ah, donne!” sospirò Dumnhall beato, lasciando cadere le parole come quando ci si libera di una pisciata. “Per Brastias! Se c'è una cosa che mi manca di Visegrad, mio caro Brogan, sono proprio le donne.”
Brogan si lasciò sfuggire un sorriso beffardo. “Siamo venuti in città per acquisti, lo sai. Concentriamoci sulla sola cosa che conta... ” Le due voci si sovrapposero.
“Le armi!”
“Le donne!”
Si fissarono per un istante: Dumnhall, il mercenario esperto che aveva radunato a sé i migliori guerrieri della tundra, e Brogan, capace di forgiare una spada seconda per durezza solo alla sua testardaggine.  
Il fabbro dei Bluadawulf scosse il capo. “Dimentichi perché siamo venuti.” Spalancò le braccia verso quello che il panorama aveva da offrire, e un Dumnhall molto meno eccitato abbracciò con lo sguardo le bancarelle che avrebbero sostituito le risatine delle sue donne al tintinnio del metallo appena forgiato e allo sfrigolio di quello ancora incandescente.
Dumnhall alzò le mani in segno di resa. “Lo so, lo so: la fiera! Me lo ripeti da quando avevi ancora i capelli.”
Brogan lo folgorò con lo sguardo.
“D'accordo” sbuffò Dumnhall. “Vediamo le armi.”
“Su, su, non è poi la fine del mondo. Guarda questo.” Le dita callose del fabbro impugnarono un martello da guerra. “Foggia aggressiva, stazza possente. Mi piace.”
“Non esiste metallo migliore nella tundra, mio signore” annuì compiaciuto il mercante.
“Hai sentito, Dumnhall? Mio signore!” Gli occhi di Brogan luccicarono, e il capo dei Bluadawulf si preparò all'elenco di pregi e dettagli più lungo e inimmaginabile di tutti i tempi. Tirò indietro la testa, il pensiero fisso alla sua casa di piaceri più amata, nel quartiere degli svaghi.
Quando tornò alla realtà, Brogan e il mercante stavano ancora discutendo. Gli occhi di Dumnhall incontrarono quelli azzurri di Bleda, il ragazzo salvato dai lupi. Uno scricciolo biondo, col muso lungo e di poche parole. Si era dimenticato di lui: non aveva aperto bocca dall'inizio del viaggio.
“Bleda!” lo chiamò. “Scommetto che non vedi l'ora di assaporare il calore di una donna!”
Il giovane Lupo di sangue scrollò le spalle.
Dumnhall incrociò le braccia, perplesso. “Per gli dèi, ma cosa avete tutti?”
L'eco di passi veloci sulla pietra attirò il suo interesse. Si voltò, la fronte ancora aggrottata, ma prima di capire cosa stesse accadendo qualcuno lo urtò con violenza. Le dita di Dumnhall agguantarono il braccio viscido del fuggitivo.
“Dove corri?!”
Pensava fosse un ladro, ma quando inquadrò la faccia imporporata e i rotoli di grasso che straboccavano dalla sua tunica, si rese conto che non poteva esserci nulla di più lontano dal vero. Si trattava di un individuo bizzarro. Aveva i capelli ricci e neri, insoliti  per la gente di Visegrad; vestiva colori sgargianti e portava anelli d'oro e monili ovunque  potessero dare mostra di opulenza.
L'ometto goffo cadde sulle ginocchia. Piagnucolava forte e sembrava non volersi più staccare dal Bluadawulf. “Salvami!” lo supplicò tra un respiro e l'altro. Un dito tozzo si protese con un gesto fiacco verso il punto dal quale era venuto. “Giganti... rossi... barbuti... mi inseguono.”
Brogan, che aveva fiuto per la battaglia quasi quanto per l'acciaio, si girò con il martello ancora nel pugno. “Giganti rossi e barbuti?”
L'ometto goffo annuì a più riprese. Sbuffava dalle narici come un cavallo.
Fu Bleda a scorgerli per primo: due guerrieri in piastre di ferro e lame sguainate si facevano largo tra la folla. Dumnhall notò che il ragazzo metteva mano alle spade, eccitato, e lo trattenne. “Tu bada al tracagnotto” disse mentre si scrollava di dosso l'uomo in lacrime come una merda sulla punta dello stivale.
“Ma...”
Dumnhall fece un passo avanti, mano sul pomolo del coltello appeso alla cintura. “Niente ma.”
“Escremento di capra!” gridò uno dei due sconosciuti al fuggitivo. “Dacci quello che hai rubato!”
“Mi avete imbrogliato!” ribatté la vittima indietreggiando a carponi sulla strada, davanti agli sguardi della folla e di un Bleda riluttante a fargli da guardia del corpo.
“E che cosa avrebbe preso, di grazia?” domandò Dumnhall al barbaro con un sorriso gentile.
I due giganti non gli risposero. Quello che aveva parlato poco prima perse la pazienza. “Spostati!” ringhiò, e protese le dita per afferrare Dumnhall.
Il capo-clan dei Lupi di sangue percepì una ventata improvvisa e chiuse gli occhi di istinto. Quando li riaprì, l'aggressore era a terra, la bocca spalancata alla disperata ricerca di aria e il pettorale della corazza piegato verso l'interno.
“Brogan!” finse di rimproverarlo.
“Alla dannazione il 'di grazia' e i modi da nobilotto” rispose lui. “Mi fanno venire la nausea. Questo qua capisce di più il fracasso del ferro, te lo dico io.”
L'altro aggressore scattò in avanti, ma Dumnhall intercettò la traiettoria della spada e lo afferrò per il polso, mentre con la mano destra sfoderava il pugnale dal fodero. Meno, molto meno del tempo di un rutto, e la lama ricurva raschiava già i peli rossi sul gargarozzo dello straniero.
Dumnhall scosse il capo. “Ah. Molli la spada, sollevi l'orsacchiotto da terra e ve ne andate.”
Il barbaro accettò il suo consiglio. Soltanto quando scomparvero oltre la folla incuriosita, le bancarelle e gli stretti edifici di Visegrad, il tracagnotto parve acquistare un po' di fiducia e si aggrappò ai vestiti di Bleda per tirarsi su.
Dumnhall non lo aveva mai visto tanto disgustato da qualcuno, così quel fagotto barcollante finì col fargli simpatia. Mise via la lama, divertito.
“Per Brastias! Si può sapere che hai combinato?”
“Ma niente!” si giustificò subito lui, saltellando sulle punte dei piedi in un ridicolo tentativo di sistemarsi la tunica. I Bluadawulf lo fissavano. All'improvviso l'ometto goffo sobbalzò. Sfoggiando il suo sorriso migliore, sollevò l'indice al cielo e disse: “Ho una proposta!”

Continua... 

Thursday, September 13, 2012

Benvenuti!

Carissimi amici e appassionati di fantasy epico,
benvenuti sulle pagine di Ivory & Blood! Quello che Mattia Zoanni si appresta a trasformare in una serie di fumetti è in realtà un progetto letterario di lunga data. 
Epix n. 7: Bran Mak Morn
Di che si tratta? Posso dirvi che in quanto divoratore dei racconti di Howard ho cercato di condensare in questo ciclo tutto quanto appreso dalle opere più avvincenti dello scrittore texano. Pensate ai suoi antieroi meno conosciuti (il re guerriero dei Pitti Bran Mak Morn e, più rinomato dopo il film con Purefoy, lo spadaccino puritano Solomon Kane) e potrete farvi un'idea dello spirito di questo progetto.

Nella mia (breve) carriera non sono mai andato alla ricerca di storie troppo complesse. Ammetto di non saperle gestire, ed è inutile tentare di eguagliare un maestro come il buon vecchio George R.R. Martin quando la sua capacità di infittire la trama è seconda (sarcasticamente parlando) solo alla sua perversione. In Ivory & Blood bastano una coppia di spade d'avorio, un sortilegio, donne seducenti e un'ambientazione cupa per fondere avventura, tormento, ironia e fascino alla voglia di imprimere l'inchiostro sulla carta. Come direbbe Uthred di Bebbanburg: "Birra, donne, un buon nome e una spada: null'altro importa!".

www.raymondswanland.com
Ma veniamo alla storia: Vortighern è un cacciatore di draghi. Tra nebbie, foreste e promontori spazzati da venti gelidi, riecheggia il frastuono della guerra combattuta tra dèi del Nord e numi del Sud. Una guerra che, a distanza di secoli, lui e gli altri cacciatori hanno fatto propria per estirpare gli ultimi draghi e, con essi, il soprannaturale dal mondo. Ma la sventura travolgerà la sua vita. Costretto a fuggire dalla terra nativa, Vortighern cercherà una cura per riscattare l'anima, ma si troverà catapultato in una serie di lotte al potere tra soldati di ventura e orde barbare, legionari e assassini, sacerdoti ambiziosi e stregoni in esilio, inseguito da un uomo che, come l'acciaio, vive soltanto del sangue che riesce a far scorrere. Scoprirà che i suoi simili sono più spietati dei draghi. 

Il libro (composto da un racconto lungo, due racconti brevi e una poesia) è quasi pronto e vedrà la luce in Italia nel 2013, mentre le graphic novels saranno disponibili sia in italiano che in inglese e verranno pubblicate sul sito da novembre/dicembre. Attualmente io e Mattia stiamo lavorando allo studio dei personaggi (trovate le primissime bozze su Vortighern nella sezione CHARACTERS). Il primo fumetto si intitolerà Il teschio del demone. Il racconto è stato pubblicato per la prima volta sulla rivista Effemme nel 2011. Vortighern insegue il suo nemico più crudele tra obelischi neri e teschi nelle pozze torbide. Un'oscura maledizione opprime quella terra insidiosa. Quali esseri si aggirano nella giungla? Saranno le spade d'avorio a scoprirlo.
Pronti a seguirci? La caccia ha inizio!

Alfonso Zarbo